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  • Immagine del redattoreGloria Damaschi

Alzheimer e oli essenziali

Sto frequentando un corso di approfondimento molto interessante su neuroinfiammazione e malattie neurodegenerative (Grazie Dott Umberto Villanti Naturopata ), un tema che mi appassiona da tempo ed anche in questo caso gli oli essenziali ci possono venire in aiuto.

Vediamo come, ad esempio nel morbo di Alzheimer.


La malattia prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che 1907 ne descrisse i sintomi e gli aspetti neuropatologici. È la forma più comune di demenza senile, colpisce funzioni cognitive, la memoria, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare e può causare confusione, disorientamento e sbalzi d’umore.

In questo studio si evincono risultati incoraggianti per quanto riguarda gli effetti di vari oli essenziali in particolare nella modulazione della patologia attraverso l'attività anti-amiloide, antiossidanti, anticolinesterasici e di potenziamento della memoria. (Salvia, Melissa officinalis, Lavandula angustifolia e Rosmarinus officinalis):


In 28 persone anziane, 17 delle quali avevano il morbo di Alzheimer (AD) è stato eseguito un protocollo che consisteva nell'uso di oli essenziali di rosmarino e limone al mattino e lavanda e arancia la sera. Tutti i pazienti hanno mostrato un miglioramento significativo dell'orientamento personale correlato alla funzione cognitiva:


In questo ulteriore articolo sono riassunti alcuni oli essenziali testati nei processi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer: Nigella Sativa, Acorus gramineus, Lavandula angustifolia, Eucalyptus globulus, Mentha piperita, Rosmarinus officinalis, Jasminum sambac, Piper nigrum, sono stati segnalati tutti per gli effetti neuroprotettivi:


L’olio essenziale di limone (Citrus Limon) è stato testato sulla disfunzione cognitiva nell’Alzheimer. L'indice di densità sinaptica è risultato notevolmente migliorato grazie all’olio essenziale; tale miglioramento della memoria potrebbe essere associato a una riduzione dei livelli di AChE ed è elevata da BDNF, PSD95 e sinaptofisina attraverso il miglioramento della plasticità sinaptica:


Per quanto riguarda la memoria ci sono diversi studi sull’utilizzo di Rosmarinus officinalis ct 1,8 cineolo, grazie al quale si rileva un significativo miglioramento su apprendimento, memoria e riduzione dell’infiammazione migliorando l’attività antiossidante (CAT. GSH e SOD): https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35075502/ 


Anche Menta Piperita e Ylang Ylang (Cananga odorata) sono stati testati su 144 volontari. Si è scoperto che la menta piperita migliora la memoria mentre l'ylang-ylang allunga la velocità di elaborazione. In termini di umore, la menta piperita ha aumentato la vigilanza e l'ylang-ylang ha aumentato significativamente la calma:


Non poteva mancare l’olio essenziale di Lavanda (in questo caso si sono analizzate la Lavandula angustifolia ssp. angustifolia Mill. e Lavandula hybrida Rev.) che oltre ad essere efficace sulla memoria spaziale, ha ridotto significativamente il comportamento ansioso e inibito la depressione:

questo grazie anche al Linalolo, un monoterpene che troviamo in Lavanda, Basilico, Coriandolo e in altri o.e che ha effetti ansiolitici, anti-nocicettivi, anti-convulsivanti e anti-glutammatergici.


”si è dimostrata una significativa riduzione di β-amiloidosi extracellulare, tauopatia, astrogliosi e microgliosi, nonché una significativa riduzione dei livelli dei marcatori pro-infiammatori. I risultati suggeriscono che il linalolo inverte le caratteristiche istopatologiche del morbo di Alzheimer e ripristina le funzioni cognitive ed emotive attraverso un effetto antinfiammatorio. Pertanto, può essere un candidato per la prevenzione dell'Alzheimer per gli studi preclinici”


Altri oli che aiutano negli stati di agitazione nella demenza grave sono il Bergamotto (Citrus bergamina) (studio in doppio cieco, controllato con placebo):


L’olio essenziale di Basilico (Ocimum basilicum) è risultato più efficace della Fluoxitina nel migliorare i cambiamenti neurodegenerativi indotti dallo stress cronico nell'ippocampo:

e la cannella (Cinnamomum zeylanicum) ha effetti neuroprotettivi che interferiscono con lo stress ossidativo multiplo e le vie pro-infiammatorie.

Inoltre, è in grado di modulare le funzioni endoteliali e attenua le molecole di adesione delle cellule vascolari:


Ci sarebbero molti oli da elencare, per aiutare il microbiota in caso di presenza di patogeni, per la chelazione di tossine e metalli ma sicuramente in presenza di neuroinfiammazione non dovrebbero mai mancare oli antifiammatori e antiossidanti, in particolare sequisterpeni, che sono in grado di attraversare la barriera ematoencefalica come: il Sandalo (Santalum album o paniculatum), Incenso (Boswellia carteri, frereana o sacra), Mirra (Commiphora mirra), Ylang-Ylang.

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